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Biorivitalizzazione: ideale prima dell’estate

Per rigenerare viso, collo e décolleté e preparare la pelle al sole, il trattamento ideale è la biorivitalizzazione. È adatta a tutti i tipi di pelle e non richiede particolari attenzioni. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Biorivitalizzazione, biostimolazione, rivitalizzazione: sono la stessa cosa?

Sì, in Italia, si usano vari termini per indicare un trattamento a base di tante piccole iniezioni di sostanze nel derma per migliorare la qualità della pelle. La definizione scientifica è mesoterapia.

Che differenza c’è con le punturine per spianare le rughe?

La biorivitalizzazione non riempie i solchi, non è cioè un filler. Ma è un trattamento idratante, nutriente, antiossidante e soprattutto capace di stimolare la produzione di nuove fibre di collagene ed elastina. Questo sia grazie ai principi attivi utilizzati, sia all’azione booster dell’ago, che, creando ripetuti microtraumi, spinge la pelle ad autoripararsi.

Che sostanze vengono iniettate con la biorivitalizzazione?

Esistono diversi cocktail di principi attivi, a seconda del risultato che si vuole ottenere e delle condizioni della pelle. Per esempio, se c’è bisogno di una semplice ‘rinfrescatina’, può essere sufficiente un pool di vitamine e antiossidanti; se il viso ha perso turgore si utilizza prevalentemente acido ialuronico. Per le pelli invecchiate precocemente, invece, si possono iniettare i cosiddetti PDRN, cioè frammenti di acidi nucleici (Dna) che stimolano la riparazione e la rigenerazione delle cellule.

Quante iniezioni si fanno? Sono dolorose?

Le punture sono diverse, sul viso possono essere una ventina o anche più a poca distanza l’una dall’altra. Ma sono superficiali e si avvertono appena. Nelle zone più sensibili, per esempio intorno alle labbra, spesso si applica una crema anestetica. Dopo il trattamento può verificarsi un po’ di rossore e qualche piccola ecchimosi, che si riassorbe nel giro di un paio di giorni.

Basta una seduta di biorivitalizzazione?

Con una seduta non si ottengono grandi risultati, perché la biorivitalizzazione deve essere effettuata a cicli. A seconda della sostanza iniettata, potrebbe essere necessaria, per esempio, una seduta al mese per tre volte, o una alla settimana per due mesi. Poi occorrono delle sedute di mantenimento.

Il risultato quanto dura?

Questo trattamento è un po’ come un’ottima crema, che però agisce più in profondità. E come ogni cosmetico, quando si smette, l’effetto dopo un po’ svanisce. Per questo sono necessari dei ‘richiami’.

Occorrono precauzioni particolari?

No, la biorivitalizzazione non è un trattamento invasivo. Si può effettuare in tutte le stagioni, con l’unica avvertenza di non esporsi subito al sole ma aspettare un paio di giorni, perché la pelle è più sensibile e può infiammarsi.

Da quale età è consigliata?

Si può effettuare già dai 35 anni, come trattamento preventivo e si può proseguire senza limiti di età. Dopo i 45 anni, la biorivitalizzazione diventa un trattamento curativo, per migliorare la texture della pelle. E si può associare ad altri trattamenti di medicina estetica, come botulino, filler, fili.

A chi non è indicata?

Non ci sono particolari controindicazioni, a parte eventuali allergie al materiale da iniettare, dermatiti acute ed infezioni in corso. A chi soffre di herpes viene consigliata una profilassi antivirale per bocca. Se si assumono farmaci anticoagulanti, è opportuno segnalarlo al medico perché il rischio di ecchimosi in questo caso è elevato.

Chi ha paura degli aghi deve rinunciare alla biorivitalizzazione?

No. Oggi sono disponibili varie tecniche per stimolare la pelle a rinnovarsi. Come il peeling PRX-T33, a base di acido tricloracetico al 33% associato a perossido di idrogeno. Questa formula particolare fa sì che non si crei arrossamento né esfoliazione, ma una stimolazione dei fibroblasti, le cellule che producono collagene ed elastina. Si può usare su viso, collo, décolleté ma anche sulle mani. Di solito si consigliano 4 sedute a distanza di 10 giorni.

Ho sentito parlare di stimolazione attraverso i fattori di crescita. Funziona?

La tecnica PRP (Plasma Ricco in Piastrine) si effettua prelevando al paziente un campione di sangue ed estraendone alcune cellule plasmatiche attraverso un procedimento particolare. Questo materiale, che contiene i cosiddetti fattori di crescita, viene poi iniettato nella pelle, stimolandola a rinnovarsi.