abbronzatura estate

Le strategie per prepararsi al sole

Un’abbronzatura sana, luminosa e uniforme non si improvvisa mai, ma va preparata con largo anticipo. Non è solo una questione estetica, ma di salute della pelle: solo fornendo le risorse e il tempo necessari alla cute per rinforzare le sue difese, i danni causati dall’esposizione ai raggi UV saranno limitati. Ecco come fare per prepararsi al sole nel modo migliore.

Uniformare la pelle con il peeling dolce

Pori dilatati, discromie, pelle ispessita o impura: condizioni di certo non ideali per un’abbronzatura uniforme. Trattamenti urto, in vista dell’esposizione al sole, non sono consigliati, ma si può correre ai ripari intervenendo in modo soft, per esempio con un peeling all’acido mandelico. Si può effettuare anche in estate perché non è fotosensibilizzante. L’acido mandelico, rispetto ad altri, possiede molecole più grandi che non penetrano in profondità e per questo ha un’azione meno irritante. Dopo il peeling, e in base alle concentrazioni usate dal medico, si potrà avvertire un bruciore lieve e dopo qualche giorno si verificherà una leggera desquamazione. Ci si potrà esporre al sole già dopo un paio di giorni, utilizzando una protezione solare medio-alta.

Fare il pieno di vitamine

Se la pelle del viso e del décolleté è spenta, segnata, poco compatta, la parola magica è biorivitalizzazione, una cura d’urto perfetta per rigenerarla prima di esporla al sole. È un trattamento idratante, nutriente, antiossidante e soprattutto capace di stimolare la produzione di nuove fibre di collagene ed elastina. Questo sia grazie ai principi attivi utilizzati, sia all’azione booster dell’ago, che, creando ripetuti microtraumi, spinge la pelle ad autoripararsi, producendo nuove cellule. Esistono diversi cocktail di principi attivi, a seconda del risultato che si vuole ottenere e delle condizioni della pelle. Per esempio, se c’è bisogno di una semplice ‘rinfrescatina’, può essere sufficiente un pool di vitamine, antiossidanti, acido ialuronico. Per le pelli invecchiate precocemente, invece, si possono iniettare i cosiddetti PDRN, cioè frammenti di acidi nucleici (Dna) che stimolano la riparazione e la rigenerazione delle cellule. Di solito si consiglia una seduta al mese per tre volte.

Creare uno scudo cosmetico

I radicali liberi prodotti dai raggi Uv danneggiano a più livelli la cute e gli effetti si vedono con il tempo. Si puòi giocare d’anticipo puntando su cosmetici che rinforzano le naturali difese della pelle. Al mattino si può applicare un siero a base di sostanze antiossidanti, come le vitamine C, E e l’acido ferulico, che in diversi studi si è rivelato efficace nel contrastare il photoaging. Sopra, un fluido o una crema idratante, arricchita di acido ialuronico, con spf 30. Per la sera si può usare una crema più ricca, con vitamine e polifenoli Utili anche i cosmetici a base di SCA. È la secrezione purificata di una piccola lumaca, che stimola le cellule cutanee a produrre nuove fibre elastiche.

Rinnovare la pelle del corpo con lo scrub

Lo scrub è l’alleato migliore per assicurarsi una pelle dal colorito ambrato e uniforme. Permette di eliminare le impurità e gli ispessimenti che rendono la tintarella poco omogenea, ma soprattutto fa sì che sotto il sole si scurisca lo strato più fresco di pelle. Così l’abbronzatura dura molto di più. La regole per uno scrub a regola d’arte? Va fatto due volte alla settimana, sulla pelle inumidita, con un prodotto a base oleosa se la pelle è secca. Un trucco in più? Per nutrire la pelle, dopo lo scrub, usare l’olio di carota. È ricco di vitamina E, prezioso antiossidante e carotenoidi, sostanze che conferiscono un colore ambrato alla pelle. Così si esalta il colorito e si favorisce l’abbronzatura nelle esposizioni successive.

Puntare sugli integratori

Proteggono da dentro e allo stesso tempo mettono il turbo alla tintarella. Gli integratori per preparare la pelle al sole contengono un mix di antiossidanti e carotenoidi, e andrebbero presi almeno tre settimane prima di esporsi, continuando per 15 giorni dopo. In questo modo l’organismo riesce ad accumulare una quantità sufficiente di principi attivi. I più utilizzati sono betacarotene, luteina e licopene, ma anche selenio, coenzima Q10 acido lipoico e polifenoli, che riducono lo stress ossidativo. Se si soffre di eritema solare cerca tra gli ingredienti la zeaxantina o il polypodium leucomotos, entrambi fitoestratti. Secondo diversi studi, aiutano a prevenire rossori e infiammazioni legati all’esposizione solare.

Stimolare la melanina

Per dare più sprint alla produzione di melanina, puoi usare gli acceleratori in crema pre sun. Contengono idratanti ma soprattutto riboflabina e tirosina che, oltre ad accelerare la tintarella, la intensificano e la prolungano. In questo modo, la pelle raggiunge il massimo di pigmentazione nel giro di 6 giorni contro i 12 necessari solitamente. I pre solari in crema si possono usare anche se non si ha in programma una vacanza o un weekend al mare. Perché con questo trattamento, la pelle diventa molto più ricettiva ai raggi del sole, anche a quelli in città.

VERO O FALSO prima del sole

Se mangio tante carote mi viene la pelle arancione

VERO. Occorrono però dosi davvero massicce perché si determini un eccesso di betacarotene che si deposita, appunto, sulla superficie cutanea. Non si tratta però di un accumulo dannoso.

Se prendo gli integratori posso usare un spf più basso

FALSO. Gli integratori non possono sostituire i filtri solari. La migliore difesa per la pelle è l’associazione di antiossidanti e filtri Uv.

Se faccio una lampada prima di espormi al sole non mi scotto

FALSO

La pigmentazione data dalle lampade UVA è più superficiale e protegge meno dell’abbronzatura naturale. Senza contare che lettini e docce solari aumentano il rischio di ammalarsi di tumori cutanei.

Gli autoabbronzanti non proteggono dal sole

VERO

Il colorito che donano è solo superficiale perché deriva dall’ossidazione delle proteine dello strato corneo, quello più esterno, e non serve come schermo per i raggi.